Situata in Via Roma, una delle vie principali del centro storico, rappresenta ancora oggi un'importante istituzione per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici di Reggio Emilia. La Camera del Lavoro ha sede in questo luogo dal giugno del 1955 quando venne inaugurata alla presenza di Giuseppe Di Vittorio. La sede di Via Roma, una ex filanda, venne acquistata direttamente dai sindacati tra il 1954 e il 1955, per poi venire ristrutturata, e in parte ricostruita, grazie a una campagna di sottoscrizione e al lavoro volontario. Entrando nella nuova sede, l'istituzione sindacale si lasciava alle spalle quella occupata, dal dopoguerra, in Via Cairoli, su cui pendeva lo sfratto imposto dal governo. La storia della Camera del Lavoro di Reggio Emilia si sviluppa nel corso del Novecento, affondando le sue radici nei primissimi anni del secolo. Nata del 1901, prima della creazione della CGIL, ebbe diverse sedi e si affermò immediatamente come un elemento irrinunciabile per il movimento operaio reggiano. Famosa a livello nazionale per le sue posizioni storicamente riformiste, la Camera del Lavoro di Reggio Emilia, dalla sua fondazione in poi, ebbe un forte sviluppo e una grande influenza sui lavoratori della città e non solo. Uno sviluppo interrotto dall’avvento del fascismo, che ne commissariò la direzione nel 1925, inglobandola nel suo ordinamento corporativo. Ufficialmente ricostituita il giorno stesso della Liberazione della città, ebbe immediatamente una larga adesione popolare e instaurò un complesso rapporto con il Partito Comunista locale. Nel secondo dopoguerra, infatti, l'egemonia comunista si sostituì a quella socialista e la segreteria della casa dei sindacati fu ininterrottamente nelle mani di membri del PCI. La Camera del Lavoro svolse un ruolo fondamentale in momenti decisivi della storia della città lungo il Novecento. In particolar modo, nel secondo dopoguerra, ebbe un’influenza fondamentale e fu un punto di riferimento nelle battaglie di cui le lavoratrici e i lavoratori reggiani furono protagonisti. Ricordiamo, tra le tante, l'occupazione delle Officine Reggiane (1949-1951), le vicende del luglio 1960, le battaglie del biennio ‘68-69, l’occupazione della Bloch (1976/78), le vertenza delle lavoratrici di Max Mara (1976-78) e di Confit ( 1975-76 ), solo per citare le più importanti.