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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Consultorio di via Bolognesi, Forlì

Nel corso degli anni '70, anche il PCI forlivese viene attraversato da un dibattito che prende le mosse dall'irrompere sulla scena dei movimenti femminili e femministi. Negli organismi del Partito, seppur non senza contrasti, si discute di nuovi modelli di famiglia e differenti ruoli di genere, maternità e sessualità consapevole, regolamentazione della interruzione volontaria di gravidanza. Le Amministrazioni locali a guida comunista sono coinvolte dal crescente fermento e individuate come uno degli attori chiamati a dare risposta alle nuove istanze emergenti.
A seguito dell'approvazione della legge regionale 22 del 1976, nel territorio forlivese e cesenate sono aperti ben dieci consultori, il numero più alto dell'intero territorio regionale. Lo schema adottato vede una prima fase di consultazione delle popolazioni dei quartieri individuati per le nuove strutture e di incontri sui luoghi di lavoro, per confrontarsi sugli aspetti organizzativi, modalità del servizio e finalità dei consultori. Successivamente, si arriva all'apertura dei consultori veri e propri.
A questo punto si apre la terza fase, che si caratterizza per lo sforzo rivolto alla promozione di una gestione sociale dei consultori, con la partecipazione della popolazione, delle organizzazioni di base, dei movimenti femminili alla definizione di percorsi e obiettivi e alla valutazione del loro perseguimento.