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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Predappio (piazza Garibaldi)

Città natale di Benito Mussolini, nel corso del Ventennio Predappio entra a far parte della “narrazione” che il regime fascista costruisce attorno alla figura del suo fondatore, ed è meta di frequenti pellegrinaggi da tutta Italia. Nel dopoguerra, nonostante l'Amministrazione comunale venga controllata ininterrottamente da PCI e PSI (salvo la parentesi del commissariamento fra il 1966 e il 1970), la memoria del Ventennio rimane un elemento di tensione e divisione, a maggior ragione dopo che nel 1957 il Governo Zoli autorizza il trasferimento della salma di Mussolini nel cimitero cittadino di San Cassiano in Pennino.
L'arrivo della salma del Duce provoca un immediato e stabile afflusso di migliaia di nostalgici, la cui presenza visibile e l'esplicita rivendicazione identitaria non mancano di provocare tensioni e scontri tanto a Predappio quanto nella vicina Forlì. Se gli anni '60 trascorrono all'insegna di un precario equilibrio carico di tensione, nel 1971 si verificano gravi disordini.
In un'Italia attraversata dalla Strategia della tensione e nella quale il MSI avanza alle elezioni cavalcando il timore per i movimenti di protesta e il malcontento delle popolazioni meridionali, l'estrema destra tenta una prova di forza richiamando migliaia di militanti per una simbolica rivendicazione e occupazione di Predappio.
Le pressioni concertate degli amministratori locali e dei partiti antifascisti sul Governo riescono in parte ad impedire questa manovra e a bloccare i previsti afflussi, ma le giornate del 25 e 28 aprile 1971 sono scandite da duri scontri fra nostalgici, forze dell'ordine e antifascisti di tutti i partiti, tanto a Predappio che a Forlì. Dopo gli eventi del 1971 per alcuni anni, l'afflusso dei nostalgici diminuisce, salvo riprendere forza, in un clima politico ormai profondamente mutato, nel corso degli anni '80.