Palazzo Allende, detto anche Palazzo Ducale, sorge in Corso Garibaldi, una delle vie principali del centro storico di Reggio Emilia. L’edificio venne costruito nel 1783 per ordine del Duca Francesco III, dove prima si trovava il vecchio monastero di San Pietro Martire, per farne la propria residenza reggiana. In occasione dell'Unità d'Italia, questo luogo divenne sede della Prefettura e della Provincia di Reggio Emilia, continuando così la sua vocazione di sede del potere civile. Lungo il XIX secolo subì diverse modifiche e ristrutturazioni sino ad arrivare all’attuale aspetto solo nel 1911. Da questo palazzo vennero diffusi nella provincia di Reggio Emilia i “provvedimenti per la difesa della razza italiana”, voluti da Benito Mussolini e firmati da Re Vittorio Emanuele III, che sancirono la definitiva perdita dei diritti per tutti gli ebrei presenti sul suolo italiano. La sede dalla Prefettura reggiana fu anche teatro, nella notte tra l'8 e il 9 settembre 1943, dei primi scontri a fuoco con le forze armate naziste. Dopo quest'ultimo episodio e l'occupazione tedesca, a capo del palazzo fu assegnato un nuovo prefetto, fedele alla Repubblica di Salò; dal settembre 1943 sino alla Liberazione questo luogo fu uno dei simboli del potere nazifascista in città. Il 13 aprile 1945 davanti alla Prefettura sfilarono i Gruppi di Difesa della Donna per chiedere una maggiore distribuzione dei beni di prima necessità. Quest’ultima occasione fu per il CLN una sorta di banco di prova in attesa dell'insurrezione generale. Proprio da questo palazzo infatti, il 24 aprile del 1945, il CLN assunse ufficialmente il controllo della città per poi affidarlo, poco tempo dopo, all'Allied Military Government (Governo Militare Alleato). Il primo prefetto dopo la Liberazione fu l'avvocato Vittorio Pelizzi, membro del CLN di Reggio Emilia e militante del Partito d'Azione. Nel 1973, dopo il colpo di stato militare in Cile, il comune di Reggio Emilia decise di dedicare il palazzo a Salvador Allende.