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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Teatro artigiano di Massenzatico

A Massenzatico (RE) in via Ludwig van Beethoven 90 ha sede il Teatro Artigiano e nell'adiacente portico si può ancora leggere la targa che recita il vecchio motto socialista di Camillo Prampolini: “Uniti Siamo Tutto Divisi siamo Nulla”. In questo luogo nacque la prima Casa del popolo italiana, inaugurata nel 1893. La Casa del popolo era solo il punto focale di un vero e proprio polo socialista, formato anche da una Cooperativa e dal Teatro Artigiano, che venne realizzato pochi anni dopo.

La Casa del popolo di Massenzatico aveva funzioni di socialità, mentre la Cooperativa aveva quella di garantire, a un prezzo agevolato, beni alimentari per tutta la popolazione. Massenzatico fu tra i primi luoghi in Italia a sperimentare uno spaccio cooperativo aperto al pubblico e non solo ai soci. Il Teatro Artigiano era invece stato pensato come centro culturale, in cui svolgere feste e incontri. Ancora oggi il teatro è sede di eventi pubblici che coinvolgono la vita di tutto il paese.

Infatti, nonostante gli edifici originali non siano sopravvissuti sino ai giorni nostri, il teatro e la piccola struttura commerciale, che ha sostituito l'edificio della cooperativa, sono ancora il punto centrale del paese. Effettivamente la storia di Massenzatico, piccola frazione di Reggio Emilia, è saldamente legata a questo luogo. Allo stesso modo anche la storia del socialismo italiano è a suo modo legata Massenzatico. La Casa del popolo venne inaugurata nel 1893 durante lo svolgimento a Reggio Emilia del secondo congresso del Partito Socialista Italiano. Come si legge su “La Giustizia” di Camillo Prampolini, tutti i congressisti, in quel pomeriggio del 9 settembre del 1893, giunsero a Massenzatico per celebrare l'evento. Il paese fu un luogo caro a Camillo Prampolini, tanto che il terreno su cui sorse la Casa del popolo e la Cooperativa annessa, era di proprietà della famiglia Prampolini che cedette gratuitamente il sito per farne una “casa per tutto il popolo”. La costruzione della cooperativa come del teatro fu realizzata tramite il lavoro volontario, in particolare durante i giorni di festa, di muratori, braccianti, contadini e di tanti altri lavoratori, che misero a disposizione le proprie abilità per questo progetto collettivo.

Il teatro venne gravemente danneggiato dai raid delle squadre fasciste all'inizio degli anni '20 e fu ristrutturato nel 1959. Alla fine degli anni '50 si deve l'attuale conformazione della struttura che ospitava la cooperativa di consumo.