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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Pacifismo

Il pacifismo identifica l’insieme delle teorie che fanno riferimento all’abbandono e al superamento della guerra e della violenza come mezzo di relazione fra gli Stati e gli uomini.
Lo scoppio del ’68 è anticipato da una grande mobilitazione, iniziata nelle università americane e diffusasi poi in Europa, contro la guerra del Vietnam, che funge anche da detonatore della rivolta.

In Italia sono soprattutto i partiti di sinistra a guidare le mobilitazioni nelle piazze, sebbene non manchi una crescente partecipazione del mondo cattolico. Dal 1966-67, il tono si va radicalizzando e alla critica alla politica americana si affianca anche la messa in discussione di quella sovietica, a favore di modelli cinesi o terzomondisti. In effetti, quello sessantottino è un pacifismo che assume una connotazione antimperialista, marxista e rivoluzionaria.

Meno successo ha invece la pratica della nonviolenza come forma di liberazione collettiva e individuale, tanto a causa della radicalità della contestazione contro la società capitalistica dei movimenti quanto per la dura risposta che ricevono i dimostranti da parte dell'autorità, nonché per l’intensificarsi dei conflitti internazionali.

La concezione della non violenza come pratica di vita “diversa“, tende più a concentrarsi nell’universo della controcultura oppure, soprattutto in Italia, nel mondo del dissenso cattolico.